Come creare un giovane Santo digitale e vivere in eterno? Seguendo la ricetta della Chiesa cattolica che, se con una mano ama scommettere sulla morte di aziende in crisi e divertirsi con “investimenti in credit default swap, in compagnie petrolifere di dubbia fama, passaggi in banche maltesi e svizzere indagate per corruzione, finanza speculativa con base in paradisi fiscali” (cfr. Repubblica), con l’altra mano deve pur inventarsi qualcosa di spirituale, in modo da conquistare nuovi fedeli e con loro nuovi soldi che non andranno ai poveri bensì al cardinal Becciu di turno, per nuove speculazioni schifose: in pratica “il cerchio della bella vita” secondo il Vaticano.

Il segretario di Becciu, che non sapeva di essere intercettato, ha giustamente detto: “Fingiamo beneficenza altrimenti ci impallinano”. Riguardo alla creazione di un giovane Santo digitale, le menti migliori della Chiesa cattolica potrebbero aver pensato: “Fingiamo santità altrimenti ci abbandonano”.
Chi è il giovane Santo digitale
Chi è, dunque, il prescelto per questo ruolo così importante? Un ragazzino milanese di famiglia benestante, Carlo Acutis, morto nel 2006 a soli 15 anni per una leucemia fulminante; il piccolo Carlo Acutis amava internet ed era molto devoto a Dio. Bisogna però aggiungere che internet, nei primi anni zero, era di facile utilizzo e lontana miliardi di anni luce dall’internet di adesso; Twitter è nato proprio nel 2006, la stessa Facebook è diventata accessibile al mondo nel 2006, Youtube è nato nel 2005. Quando la ipercattolica mamma del povero Carlo dice, ai giornalisti, che ha dato al figlio il (non proprio originalissimo) soprannome di “Influencer di Dio” sbaglia due volte: quando il figlio era vivo e navigava in internet il ruolo da influencer non esisteva, e poi “influencer di Dio” non sarà un tantino superbo come nome? Magari “Follower di Dio” potrebbe essere più adatto: qualcuno dovrebbe pur spiegarlo all’orgogliosa e inspiegabilmente felice mamma del Santo, fra un’intervista e una dichiarazione spontanea.

Come creare un giovane Santo digitale
Ricapitolando, lo sfortunato Carlo amava l’informatica, come tutti i ragazzi del mondo e amava Dio, cosa normale per un bambino con una mamma così devota. E poi? Dicono di lui:
“Giocava a pallone, faceva trekking in montagna, suonava il sassofono e andava in pizzeria con gli amici. Carlo conduceva una vita simile a quella di tanti suoi coetanei, ma, durante la sua breve esistenza, si è distinto per la capacità di trasmettere la sua grande fede a tutti coloro che hanno avuto modo di conoscerlo.”
Bene. Ma ancora non riesco a vedere la santità. Cos’altro? Dice la mamma:
“Sin da piccolo ha mostrato il suo amore per Gesù e la sua generosità. Era una persona altruista e obbediente tanto che non lo ho mai dovuto sgridare.”
Se la santità deriva dall’essere generoso e altruista, allora fate santo anche mio figlio. Riguardo all’essere stato un bravo bambino, sapete invece chi non era affatto obbediente da piccolo? Proprio Gesù, così come ce lo fanno conoscere diversi vangeli apocrifi, gli unici a parlare in modo esteso della sua infanzia.
Miracoli e capricci di Gesù da bambino

Maria e Giuseppe dovevano cambiare continuamente città perché ovunque si recavano, Gesù, fin da quando aveva meno di tre anni, riusciva a mettersi nei guai e tutta la famiglia era costretta a scappare.
“… Gesù disse: – Chi conosce qualche gioco?
I bambini dissero: – Noi non sappiamo fare nulla.
-State attenti qui tutti, allora. Guardate! – disse Gesù. E presa in mano dell’argilla ne fece un passero, soffiò, e quello volò via. Allora egli disse: – Alzatevi; venite ad acchiappare questo passero!
Ma essi stettero a guardare stupefatti e si meravigliarono del miracolo compiuto da Gesù. Poi ancora, raccolta polvere da terra, la gettò in aria verso il cielo e quella si mutò in mosche e zanzare e tutta la città ne fu ripiena. Uomini e animali ne erano grandemente infastiditi. Quindi prese dell’argilla, ne fece api e vespe, e aizzandole contro i bambini li mise in agitazione.” (cfr. Vangelo dell’Infanzia Armeno, XVIII, 2, 3)
Perché questo è il punto: i Santi non sempre sono bambini obbedienti, ma di solito fanno miracoli. Oppure muoiono da martiri, sacrificando la propria vita in nome della religione e del Dio in cui credono, come i martiri cristiani perseguitati e uccisi dai Romani prima che Costantino trasformasse il Cristianesimo in religione ufficiale. Nel caso del giovanissimo Carlo Acutis non c’è stato martirio, come è ovvio, e non ci sono stati miracoli.
Come creare un giovane Santo digitale: il miracolo del miracolo
Ma allora perché lo hanno beatificato? Perché la Chiesa cattolica è sempre in grado di fare miracoli anche creandoli, i miracoli. La Congregazione delle cause dei Santi (la stessa Congregazione di cui è prefetto emerito proprio lui, il cardinal Becciu, guarda che coincidenza!) è quindi andata a pescare un evento del 2010, in Brasile, dove un bambino nato con una malformazione congenita al pancreas era guarito inaspettatamente; l’organo si era rigenerato, cosa rara ma non impensabile. La Chiesa ha deciso che quella guarigione era dovuta ad una preghiera speciale celebrata da un sacerdote che aveva fatto toccare al bambino brasiliano un brandello del pigiama di Carlo. Su questo “miracolo” le fonti danno notizie contrastanti: l’evento è del 2013, no, del 2010; chi ha fatto toccare il pigiama al bimbo brasiliano era un sacerdote, anzi no. In ogni caso una prima domanda sorge spontanea: perché i brandelli del pigiama di Carlo Acutis che era ancora ben lontano dall’essere considerato Santo, venivano già utilizzati come sacre reliquie in una sperduta città del Brasile? Seconda domanda: cos’è una preghiera speciale? Perché “preghiera speciale” suona tanto come una specie di magia, e insomma, sappiamo tutti molto bene cosa faceva la Chiesa a chi era accusato di praticare stregonerie.
Santo digitale e Patrono di internet
Ma anche ammettendo che “la preghiera speciale con brandelli di pigiama” corrisponda a verità, dove è la prova che sia stato il pigiama di Carlo a far guarire il bimbo brasiliano? Ecco perché non basta mai un solo “miracolo”, soprattutto se il miracolo è una guarigione; le guarigioni devono essere reiterate, i miracoli molteplici, i segni della santità devono essere evidenti perché si possa trasformare qualcuno in Santo. Fino ad oggi, almeno. Oggi la Chiesa Cattolica perde potere, di conseguenza ha sempre più bisogno di soldi e quindi di fedeli e così come i vampiri preferiscono sangue fresco, anche il Vaticano ha bisogno di fedeli giovani. Niente di meglio, allora, che un Santo ragazzino appassionato di internet per attirare nuovi giovani fedeli che si possano riconoscere in lui.
E non è ancora abbastanza. Il prossimo passo è far diventare il giovane Santo digitale Patrono di internet. Come se internet avesse bisogno di protezione, e – peggio ancora – dimenticando che internet il suo Patrono ce l’ha già, per quanto diabolico possa sembrare e per quanto vivo possa essere (ma che sia un organismo vivente va dimostrato): il suo nome è Mark Zuckerberg.

Questa storia mi fa venire in mente una canzone dalle lyrics belle come una poesia e perfette per l’occasione, perché non esiste nulla che sia più sacro della Poesia:
Le luci della centrale elettrica – Padre Nostro Dei Satelliti
Ingegnere aerospaziale che sei nei cieli, dacci oggi le nostre linee internet, vite brevi e password indimenticabili
Padre Nostro dei satelliti e di tutti i dibattiti, non c’è niente che mi interessi di meno dell’opinione degli altri
Santa Maria dei telegiornali in streaming, dei fiumi sacri di informazione, hai visto, gli infelici possono essere pericolosi
Nostra Signora dei naufragi e dei momenti irripetibili e degli schermi accesi, che colorano di azzurro gli interni degli appartamenti
Sia fatta la tua volontà, così in cielo come di sera nei bar del centro. E prega per la fine della mia gioventù, forse resterà per l’eternità su Youtube
E Dio onnipotente, dammi un lavoro qualunque e una linea della vita bella e illeggibile
E Dio onnipotente, non mi proteggere da niente. Non mi proteggere da niente
Sia fatta la tua volontà, così in cielo come di notte nei bar del centro. E prega per la fine della mia gioventù, forse resterà per l’eternità in una foto digitale sfocata
Sia fatta la tua volontà, così in cielo come nelle risse nei bar del centro. E prega per la fine della mia gioventù, forse resterà per l’eternità su Youtube
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