21 marzo, giornata mondiale della Poesia
Nel bel film horror “La settima musa”, la protagonista dice: “One day we’ll find a way to bring her back; Poetry can do incredible things”, che vuol dire “Un giorno riusciremo a riportarla indietro; La Poesia può fare cose incredibili.”
Nel film “La settima musa” le Muse sono viste non come semplici divinità ispiratrici, ma come vere e proprie manipolatrici. La settima Musa, Polimnia, Musa dell’eloquenza, attraverso le sue parole passa agli uomini che l’ascoltano messaggi diabolici. La Musa forse più importante, Calliope, Musa della Poesia, dentro alle parole che suggerisce ai poeti nasconde veri e propri incantesimi, di solito malvagi. Muse e film a parte, è sicuro che la Poesia può fare cose incredibili, meravigliose e terribili. Nessuno ha un Potere paragonabile a quello di un vero poeta.
La Poesia può fare cose incredibili: giornata mondiale della Poesia
Per questa giornata mondiale della Poesia che cade in periodo di epidemia voglio fare un piccolo tributo ad alcuni dei miei poeti più amati, che ci ricordano quanto la Poesia sia nata per raccontare morte, dolore, visioni, follia, così come amore e bellezza. Le traduzioni di Dickinson e Plath sono mie, quella di Thomas è di Emiliano Sciuba, ma se andate sui link in uscita (quelli blu) troverete le versioni originali.

Emily Dickinson, la Poesia e il Potere di uccidere
754 – My life had stood a loaded gun
La mia vita si era fermata – un fucile carico – In un angolo – finché un giorno – Il proprietario passò – mi riconobbe – E mi portò con sé –
E ora vaghiamo per boschi sovrani – E ora diamo la caccia al cervo – E ogni volta che parlo per Lui – Le montagne mi rispondono in fretta –
Ed ora sorrido, che luce amichevole – Brilla sulla vallata – È come se un viso vesuviano – Lasciasse capire il suo piacere –
E quando a notte – finita la nostra bella giornata – Io proteggo la testa del mio padrone – È meglio di aver condiviso – Un morbido guanciale di piume –
Del Suo nemico – io sono nemica mortale – Nessuno si muove – se gli punto addosso un occhio giallo – O un pollice energico –
Per quanto io possa più di Lui – vivere a lungo – Lui deve vivere più a lungo – di me – Poiché io ho solo il potere di uccidere, ma non ho – il potere di morire –

Sylvia Plath, la Poesia e l’Arte di morire
Lady Lazarus
L’ho fatto di nuovo – un anno ogni dieci – mi riesce –
Una sorta di miracolo che cammina – la mia pelle brilla come un paralume nazista, il mio piede destro
Un fermacarte – il mio viso una scialba, fine tela ebraica
Togli via il velo, o mio nemico – ti terrorizzo?
Il naso, le occhiaie, i denti al completo? Il cattivo alito svanirà in giornata.
Presto, presto la carne che la tomba ha mangiato sarà di nuovo mia.
Ed io sono una donna che sorride. Ho solo trent’anni. E come i gatti posso morire nove volte.
Questa è la numero tre. Quanta immondizia da eliminare ogni decennio.
Un milione di fili. La folla che trangugia noccioline spinge per vedere.
Scartami entrambi, mani e piedi – il grande strip tease. Signori e Signore
Ecco le mie mani. Le mie ginocchia. Sarò pure pelle e ossa,
Eppure sono la stessa, identica donna. La prima volta avevo dieci anni. Un incidente.
La seconda volta volevo andare fino in fondo e non tornare. Mi dondolavo chiusa
Come un guscio. Hanno dovuto chiamare e chiamare e togliermi di dosso i vermi come perle appiccicose.
Morire è un’arte, come qualsiasi altra cosa. Io lo so fare bene.
Lo faccio come fosse inferno. Lo faccio come fosse reale. Potresti dire che ho una vocazione.
… Cenere, cenere – tu colpisci e rimesti. Carne, ossa, non rimane nulla.
Un pezzo di sapone, una fede nuziale, un dente d’oro.
Signor Dio. Signor Lucifero. State in guardia. State in guardia.
Dalla cenere risorgo coi miei capelli rossi e mangio uomini come l’aria.

Dylan Thomas, la Poesia e il Potere della Visione
Love in the Asylum
Un’estranea è venuta a dividere la mia stanza nella casa dei-fuori-di-testa,
Una ragazza folle come gli uccelli
Che fulmina la notte della porta con il suo braccio, sua piuma.
Stretta nel labirintico letto elude la casa a prova-di-paradiso con nuvole incalzanti
Intanto col moto inganna la stanza da incubi, vagante come i morti,
O cavalca gli oceani sognati delle corsie maschili.
È arrivata posseduta, e lascia entrare falsa luce attraverso il muro riflettente,
Posseduta dal cielo
Dorme nello stretto trogolo ma cammina sulla polvere
Eppure delira a comando sui legni del manicomio consumati dalle mie lacrime girovaghe.
E preso dalla luce nelle sue braccia infine, cara fine,
Io posso, senza errore, patire la prima visione che incendiò le stelle.

Alda Merini, la Poesia e la Forza dell’Eros
Alda Merini
Amai teneramente dei dolcissimi amanti
senza che essi sapessero mai nulla.
E su questi intessei tele di ragno
e fui preda della mia stessa materia.
In me l’anima c’era della meretrice
della santa della sanguinaria e dell’ipocrita.
Molti diedero al mio modo di vivere un nome e fui soltanto una isterica.
Anastasio, la Poesia del Rap e il Potere del Nichilismo
La fine del mondo
… ma io non voglio far finta di niente
se in giro vedo solo e unicamente facce spente, io
io sogno un mondo che finisca degnamente
Che esploda, non che si spenga lentamente.
Io sogno i led e i riflettori alla Cappella Sistina
Sogno un impianto con bassi pazzeschi.
Sogno una folla che salta all’unisono
fino a spaccare i marmi, fino a crepare gli affreschi
Sogno il giudizio universale sgretolarsi e cadere in coriandoli
sopra una folla danzante di vandali.
Li vedo al rallenty, miliardi di vite
Mentre guido il meteorite e sto puntando lì.
Auguri a tutti gli ultimi Poeti rimasti e a quelli che ancora non sanno di esserlo