Oggi, nel mio giardino ho trovato una farfalla morta. Era un podalirio, una delle farfalle più belle che abbiamo in Europa, dall’apertura alare di quasi 8 cm, così grandi e leggere che sembrano “veleggiare” quando soffia un po’ di vento, e ti lasciano senza fiato per quanto sono delicate, eleganti e meravigliose.

La farfalla che ho trovato morta, in particolare, non era una sconosciuta. La riconoscevo perché, da circa un mese aveva perso la punta di una delle ali, forse perché sbattuta dal vento contro un muro o un albero o magari durante un tentativo di cattura da parte di un uccello. La vedevo quasi tutti i giorni, almeno da maggio, e passava ore nel nostro giardino per via della buddleia, i cui fiori dal forte profumo di vaniglia attirano le farfalle e le api.

Vita e morte della farfalla
La farfalla si era così abituata alla mia presenza che riuscivo anche a farmela salire sul dito. Immagino che sia stato proprio tutto l’insieme: fiori buoni da mangiare, umani amichevoli, una gatta anziana che di sicuro non avrebbe mai rappresentato un problema a farle decidere di fermarsi a dormire nel nostro giardino. Quando stanotte, i maledetti vicini che fanno disinfestazioni contro le zanzare – anche in questo periodo in cui le zanzare quasi non ci sono – hanno sparso nell’aria i loro antiparassitari hanno avvelenato la mia farfalla. Poco distante ho trovato morto anche un piccolo geco, nato da poco, ancora quasi trasparente. Il fatto che sia morta, quindi, proprio perché credeva di stare al sicuro, mi fa sentire in colpa e disgustata dagli esseri umani.

La morte di tutto il mondo
Io mi rendo conto che per molte persone la morte di una farfalla non sia niente, così come la morte della bellezza, della giustizia, dell’empatia, ma in questo momento – almeno per me – la morte di questa farfalla rappresenta la morte del mondo intero. La morte di questa farfalla è simbolo di una società dove gli animali vengono massacrati, sfruttati, schiavizzati, brutalizzati, uccisi nell’indifferenza totale. Un mondo dove l’ambiente viene inquinato, il pianeta ucciso pezzo dopo pezzo, ancora nell’indifferenza generale, a eccezione di quei pochi che, purtroppo, non fanno testo proprio perché pochi.

La gente si domanda da dove viene il Covid-19. Io posso rispondere: guardatevi allo specchio. Voi siete i genitori, il padre e la madre del virus, perché, nel vostro menefreghismo e nella sola adorazione del Dio Denaro avete creato le condizioni ideali perché il Covid potesse nascere e diffondersi. E il prossimo virus o batterio o patogeno di altro genere sarà più cattivo, molto più cattivo di quello attuale e perfino allora – ne sono convinta – continuerete a fregarvene del mondo inseguendo un sogno fatto di banconote.
L’Urlo della Farfalla Morta
Jim Morrison disse: “Prima di morire voglio sentire, voglio sentire l’urlo della farfalla.”
Io oggi quest’urlo l’ho sentito. La farfalla ha urlato forte nella mia mente ed è stato un grido che non posso dimenticare. Quando l’ho trovata non era ancora morta, muoveva lentamente una zampina; allora le ho fatto una specie di lettino in una scatola, con erba fresca e un fiore di buddleia proprio davanti, per confortarla con quel profumo negli ultimi suoi momenti di vita.
Sono così triste e furiosa e so – adesso lo so con certezza – che da ora in poi dedicherò quello che resta della mia vita, oltre che alle persone che amo, a perseguire quelli che maltrattano e massacrano gli animali. Come diceva Sylvia Plath in Lady Lazarus:
“Herr God. Herr Lucifer. Beware. Beware.”