Durante e dopo il Covid-19: Predatori o Salvatori? Se la storia ci ha insegnato qualcosa – e sottolineo se – è che, nel corso del tempo ogni tanto ci si imbatte in un bivio, e chi ha in sorte la sfortuna di essere al mondo in quel preciso periodo deve scegliere. Non sempre è possibile rimanere a guardare, starsene alla finestra da spettatore. Ci sono volte in cui, per forza si deve scegliere. Come nel famoso bivio di Robert Frost nella poesia “The road not taken”:
Two roads diverged in a wood, and I —
I took the one less traveled by,
And that has made all the difference.
Nel 1917, nella Russia non ancora sovietica, Lenin e Trotsky iniziarono la loro offensiva armata a febbraio, e ai primi di novembre riuscirono a prendere Pietrogrado e formare un governo rivoluzionario. A quel punto iniziò una lunga e sanguinosa guerra civile, che terminò dopo qualche anno con la vittoria di Lenin e della rivoluzione. Nel corso di quegli anni non era concesso stare a guardare: ti dovevi schierare, con una parte o con l’altra e combattere, in un modo o nell’altro, per sostenere la tua scelta. Spesso anche morire per essa.
Covid-19: Predatori o Salvatori?
Tutte le rivolte e le guerre di qualsiasi genere non avvengono mai per motivi morali o etici né, tantomeno, religiosi, ma sempre e solo in un’ottica economica. Nel famoso Boston Tea Party del 1773, ad esempio, per lottare contro le tasse sempre più pesanti e le decisioni sempre più impopolari che gli inglesi avevano imposto alle loro tredici colonie, gli attivisti americani di Sons of Liberty, sponsorizzati dai commercianti americani di tè di fatto tagliati fuori dal loro business, si travestirono da nativi Mohawk e si imbarcarono sulle navi inglesi ancorate a Boston. Una volta a bordo, buttarono le tante e preziose casse piene di tè in mare. In un Party come quello ti dovevi schierare: o con gli inglesi o con gli americani. Non potevi fare altrimenti, dovevi per forza scegliere e spesso pagarne il prezzo con la vita.

Predatori o Salvatori? Nel bosco di Robert Frost
Adesso il Covid-19 ci ha portati di nuovo nel bosco di Robert Frost con due strade fra cui scegliere, anche se molti ancora non se ne sono accorti. Una cosa è sicura: da dovunque provenga il virus, in ogni caso è il frutto di un mondo malato. E se il mondo è malato la sua economia è addirittura terminale, da ben prima di questa pandemia. Noi umani siamo come formiche Siafu, considerate il predatore più mortale di tutta l’Africa, capaci di uccidere oltre un milione di prede al giorno. Si muovono in colonie di venti milioni di individui, proprio come noi. Solo che loro sono più piccole.

Gli ultimi quaranta anni, che hanno spinto il piede sull’acceleratore del capitalismo fino a trasformarlo in ipercapitalismo, hanno creato: pochi uomini ultramiliardari e miliardi di gente a cui manca tutto, a iniziare da cibo e farmaci; diversi lavoratori privilegiati, che si godono il loro lavoro interessante, poco faticoso e molto ben pagato, ottenuto, di solito, grazie a nepotismo o politica, a fronte di moltissimi lavoratori che si ammazzano dalla fatica in attività alienanti, con turni infiniti per uno stipendio ridicolo; un numero impressionante di disoccupati, o di gente che deve arrangiarsi lavorando in nero; la specie umana cresciuta di numero in modo mostruoso e infestante, perché se è vero che “compro, quindi sono”, è ugualmente vero che “se sono, compro”, dunque più persone nascono, vivono e muoiono, e più i “mercati” guadagnano. Come conseguenza di tutto questo abbiamo inquinamento, cambiamenti climatici, miseria, disperazione e per finire, malattia e contagio.
Scegliere la vecchia strada?
Il bivio in cui ci troviamo adesso è il seguente: continuare sulla strada di prima, tenendoci stretti i nostri piccoli o grandi orticelli, continuando a invadere, prevaricare, togliere terreno e vita alle altre creature organiche, stuprare il pianeta con tutto ciò che contiene, noi compresi, come veri Predatori. Cercate di capire: fare qualche donazione qua e là non vi renderà meno Predatori. Dire “io sono di sinistra” mentre continuate a vivere da ricchi e intanto, intorno a voi, la gente non ha più casa, né lavoro, né soldi per cibo o bollette. Se sceglieremo la strada di prima, quella più battuta, allora prepariamoci: ci saranno altre pandemie, ci sarà una recessione al cui confronto la recessione del 2008 sembrerà un’oasi di pace, ci saranno guerre combattute in tanti modi diversi, lotte, rivolte, massacri, stermini e il mondo e l’apocalisse saranno una sola cosa. In compenso, quelli che possono, balleranno e brinderanno nelle loro belle ville così come facevano i passeggeri del Titanic mentre la nave aveva già colpito l’iceberg
Covid-19: scegliere la strada meno battuta
Oppure, potremmo prendere la strada meno battuta. Fare marcia indietro, su tutto. Rinunciare ai privilegi, ai super stipendi, alle maxi pensioni, ai vitalizi, ai conti in banca milionari, a possedere più case e a tutte quelle stronzate che vi comprate coi soldi senza che questo iper consumismo vi regali nemmeno un po’ di gioia. Fare in modo che per i nostri figli si parli sempre e solo di meritocrazia e mai di nepotismo, cambiare la nostra routine, il nostro sistema economico dalle fondamenta, dimenticare il nostro insensato “way of life”, cancellare l’avidità, dividere quello che abbiamo con chi ha poco o niente, fare un implacabile controllo delle nascite, trasformarci in Salvatori. Non dico che sia facile: in noi c’è molto Siafu e ben poco Cristo. Predare è più facile, ci viene automatico, fa parte del nostro DNA. Ma, ugualmente, siete pronti a salvare e salvarvi? Perché è la strada meno battuta la sola che può fare la differenza.
Covid-19: Predatori o Salvatori? La strada di Cormack Mc Carthy
Pensate a “La strada” di Cormack Mc Carthy e al suo mondo apocalittico, che improvvisamente sembra così vicino, dove le persone, per non morire di fame, diventano cannibali. Se siete adulti, genitori, zii, nonni, ricordate che ai vostri amati figli e nipoti, oltre a case, barche e posti di lavoro fichissimi lascerete una vita da scarafaggi, ma senza la capacità di sopravvivenza che hanno gli scarafaggi. Non ne faccio una questione morale. La storia ci ha posto di fronte a un bivio. Dobbiamo solo scegliere la direzione.
“…Si sedettero al bordo della strada e mangiarono le ultime mele.
Cosa c’è? Disse l’uomo.
Niente.
Vedrai che troveremo qualche cosa da mangiare. La troviamo sempre.
Il bambino non rispose. L’uomo lo guardò.
C’è dell’altro, vero?
Non importa.
Dimmelo.
Noi non mangeremmo mai nessuno, vero?
No. Certo che no.
Neanche se stessimo morendo di fame?
Stiamo già morendo di fame.
Hai detto che non era così.
Ho detto che non stavamo morendo. Non che non stavamo morendo di fame.
Ma comunque non mangeremmo le persone.
No. Non le mangeremmo.
Per niente al mondo.
No. Per niente al mondo.
Perché noi siamo i buoni.
Sì.
E portiamo il fuoco.
E portiamo il fuoco, sì.
Ok. “ da “La Strada” di Cormack Mc Carthy
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