Coronavirus e Alien

Cos’hanno in comune il Coronavirus e Alien, rockstar della Sci-Fi cinematografica, Creatura dello Spazio meravigliosamente creata da Giger, artista geniale e maledetto?

Coronavirus e Alien, che cosa hanno in comune

A prima vista nulla: il COVID-19, come lo chiamano ufficialmente, è un virus che è riuscito a fare il salto della specie passando (sembra) da pipistrelli ad umani: è molto contagioso ma non particolarmente cattivo. Alien, invece, è una creatura enorme, con acido al posto del sangue, due o tre bocche piene di denti ed è decisamente, assolutamente letale.

Entrambi, però, per replicare la propria specie hanno bisogno dell’essere umano come incubatrice. A quanto pare, replicare in eterno la propria specie è il compito affidato dagli dei a tutto ciò che vive, nel pianeta Terra e oltre. Compito che noi uomini e donne abbiamo preso molto seriamente: alla fine del 2019 la popolazione umana mondiale era stimata intorno a quasi 8 miliardi di persone.

La missione di Ripley

Coronavirus e Alien: Ripley

Che cosa ha impedito, quindi, ad Alien di raggiungere il nostro pianeta e trovare terreno super fertile per procreare ed allargare a macchia d’olio la sua specie aliena? La risposta è semplice: a impedirglielo è stata la sua nemesi, l’americana Ripley (interpretata dalla fantastica Sigourney Weaver) che anche quando muore rinasce sotto forma di clonazione. La missione di Ripley è quella di impedire alla perfida Compagnia di riuscire a portare un esemplare vivo di Alien sulla Terra, dove lo vorrebbero trasformare in imbattibile arma bellica. Famosa la frase che il caporale Hicks pronuncia alla fine di Aliens, Scontro finale (secondo e bellissimo episodio della saga, diretto da Cameron):

“Io dico che decolliamo e nuclearizziamo, questa è la sola sicurezza!”

Immagino che l’American Airlines, che ha sospeso tutti i voli da New York e da Miami per Milano fino al 24 aprile (e poi si vede) vorrebbe tanto poter dire, insieme a molti altri: “Nuclearizziamo Italia e Cina e voliamo via!”

Coronavirus e Alien: American Airlines vs Milano, Italia

Ieri, quando la sospensione di questi voli non era ancora stata annunciata, l’American Airlines ha bloccato un volo in programma alle 18.05 (ora locale) dall’aeroporto JFK di New York per Milano Malpensa mentre i passeggeri erano all’interno del gate e alcuni già nel pontile d’imbarco. Dopo una lunga attesa, l’American Airlines ha dichiarato che il volo non poteva partire perché l’equipaggio si rifiutava di salire a bordo per paura del Coronavirus.

Certo, l’immagine di se stessi che gli americani vendono nel mondo, immagine di uomini e donne senza paura, che non devono chiedere mai, ne risente un tantino… Mi immagino l’equipaggio dello sfortunato volo American Airlines mentre, inorridito, ascolta Ripley che, sempre in Aliens, parla della prima apparizione del mostro:

“Atterrammo sull’LV-426. Un membro dell’equipaggio era rientrato con qualcosa attaccato alla faccia, una sorta di Parassita. Tentammo di staccarglielo, ma inutilmente, più tardi sembrò si staccasse da sé e morisse. Kraine sembrava rimesso… noi eravamo tutti a cena… e l’ipotesi era che gli avesse lasciato qualcosa nella gola, una specie di embrione… e cominciò, ecco…”

Qualcosa nella gola, una specie di embrione: un po’ come fanno i virus dell’influenza, non si può negare! Come dare torto a tutti quelli che chiudono porti, musei e cancellano voli nella speranza di non far entrare questo invisibile virus incoronato nella loro patria, nella loro città, nel loro quartiere? In fondo lo sanno tutti che è una lotta già persa, ma qualcosa devono pur fare, giusto?

Coronavirus e Alien: la lotta contro la paura
COVID-19

Coronavirus e Alien: la lotta contro la paura

Quando parlo di lotta già persa, mi riferisco alla lotta contro la paura. Almeno gli americani dovrebbero ricordare le parole di Roosevelt:

“La sola cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa.”

Ma del resto Franklin Delano Roosevelt aveva anche detto:

Nessuna impresa che dipenda, per il suo successo, dal pagare i suoi lavoratori meno di quanto serva loro per vivere ha diritto di sopravvivere in questo Paese.”

Credo quindi che le sue parole non vadano più bene, né per i suoi pronipoti americani né per il resto del mondo. Io dico:

“Decolliamo e nuclearizziamo, questa è l’unica sicurezza…”

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