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PrimaValle Epidemic 1

PrimaValle Epidemic 1: Ma le scimmie, amo’?

Pronto soccorso veterinario, sono lì fuori che aspetto il mio gatto Axl. L’hanno portato dentro da due ore e, visto che sono notoriamente diffidente, ho la certezza sia stato abbandonato in qualche stanzino (n.d.a. tre giorni dopo è morto.) Intanto arriva una coppia di trentenni con jack russell di nome Peggy al seguito; anche Peggy viene deportata all’interno e da come i due si abbracciano, con la mascherina ma vicini vicini, immagino che anche la loro cagnolina sia molto malata. Invece scopro che Peggy è lì perché i suoi padroni temono sia incinta, visto che i due dementi, dieci giorni prima, in pieno lockdown (gli umani) e in pieno calore (la cagna), non solo l’hanno portata al parco, ma non sono riusciti a impedire che si accoppiasse.

Jack russell femmina per raccontare storielle su PrimaValle Pandemic 1
PrimaValle Epidemic 1: Jack russell femmina

Subito dopo la Raggi ha giustamente chiuso i parchi. Vabbè. Nell’attesa, seduti lì fuori sui gradini, a una certa lei alza lo sguardo dal telefonino e guarda il cielo pensierosa:

“Amo’ – dice all’uomo – me sò sempre chiesta na cosa: ma se prima noi eravamo scimmie e poi se semo evoluti, ma perché le scimmie invece sò rimaste scimmie?”

Lui si guarda attorno in cerca di un’ispirazione che non arriva, e risponde:

“Boh?!!”

PrimaValle Epidemic 1:Vado a governare

Il nostro giardino confina con quello di un ex poliziotto campano e alcolizzato, sui settanta, all’epoca buttato fuori dalla polizia ma vincitore, venti anni dopo, della causa al Tar. Questo gli ha fatto ricevere tutti gli stipendi arretrati e la pensione (n.d.a. se pensiamo a Bruno Contrada, dobbiamo riconoscere che il nostro Stato è sempre pronto ad aiutare le “vittime”). Io, che notoriamente sono cattiva, l’ho soprannominato “Zio Michele” perché, oltre ad assomigliargli, parla proprio come il vero zio Michele, zio della sfortunata Sarah Scazzi uccisa ad Avetrana e passato alla storia dei crimini contro la grammatica per aver pronunciato la famosa frase: “Ho stato io”.

L’altra mattina ho visto il “nostro” Zio Michele salire faticosamente sul suo vespino scassato, mentre – senza casco né mascherina – lo metteva faticosamente in moto. La signora Assunta, sua moglie, l’ha raggiunto gridando:

“Ma aro’ vaì? Nun si può i’ in girò!”

Zio Michele, chioma al vento, senza girarsi le ha risposto:

“E cà me impòrt? Io vaco a governàr!!!”

Sta correndo da Conte ad aiutarlo contro l’epidemia? No, va dalle galline che tiene in un orto in qualche luogo che voi umani non vorreste immaginare.

PrimaValle Epidemic 1: Di Bangla e mascherine

Che le mascherine siano ormai alla portata di tutti sembra una di quelle frasi che il Grande Fratello di Orwell o la Fox news di Roger Ailes facevano ripetere a raffica, finché la gente, poi, ci credeva. Giorni fa scopriamo che il Bangla di zona vende delle mascherine. Ricevute da dove e fatte da chi, meglio non saperlo. Il mio compagno, Ettore, raggiunge Bangla prima che le mascherine siano finite. Bangla le tira fuori da una cassetta sotto alla cicoria, ed inizia una lunga trattativa:

Bangla: “dre euro mezzo uno”

Ettore: “due euro l’una”

Bangla: “dre mezzo”

Ettore: “due”

Foto del film Bangla per raccontare PrimaValle Endemic 1
Poster del film “Bangla”

Alla fine ovviamente vince Bangla e Ettore tira fuori tutti gli spicci racimolati per arrivare alla cifra richiesta ma mancano 50 centesimi. Ettore gli dice che va da Eurospin così cambia i soldi e poi torna. Bangla, paranoico, lo guarda male, convinto che non tornerà mai più. Ettore, invece, ritorna da Bangla, per la serie “Tiè, beccate sto schiaffo morale”, un po’ come quello che disse “Ti faccio vedere come muore un italiano” e già che si trova lì, gli domanda se ha la farina 00 che da Eurospin è finita e non prevedono ritorni prima del 2023. Bangla indica il posto dove tiene la farina, ma proprio in quel momento c’è una vecchia piazzata esattamente lì. La vecchia non ha un bell’aspetto, anzi, secondo Ettore puzza anche un po’, e in ogni caso lui vuole mantenere le giuste distanze, ma per non offendere nessuno si direziona verso la parte opposta di quello che, per amore di sintesi, chiamerò negozio. Bangla lo vede e fa:

“Guello no farina. Guello zucchero”

Ettore sospira e Bangla indica di nuovo la farina, dove staziona la vecchia, che non ha nessuna intenzione di allontanarsi. Stanco, Ettore se ne va, adducendo qualche scusa a Bangla, che continua a guardarlo con sospetto. Mentre torna a casa, con quelle mascherine in una bustaccia, pensa a tutte le dita che le hanno toccate, non ultime quelle di Bangla, non proprio lavate come la D’Urso comanda, e viene preso da turbamento emotivo e conseguente dubbio amletico:

“Portarle a casa o buttarle nel cassonetto? Questo è il problema”

PrimaValle Epidemic 1: L’invasione degli Ultra-Corona

Ettore sta in giardino, ascoltando musica con cuffiette e prendendo il sole (senza far nulla di utile, comunque…) Dall’altra parte del giardino, oltre la strada, a dieci metri di distanza c’è una scuola elementare, adesso chiusa. Il guardiano aka bidello però abita lì, con tutta una tribù di figli bambini. Improvvisamente, nonostante le cuffie, Ettore sente un orripilante rumore di starnuti. Repentino, si volta verso la scuola, si toglie le cuffie e vede il bidello che, allegramente in mezzo ai figli, starnutisce senza requie e tossisce con foga. Poi, in un attimo, ha un’epifania: Ettore vede che tutti i rami e le foglie degli alberi sono girati verso di lui, il che sta a significare che il vento viaggia – veloce – dal bidello a lui, in linea maledettamente retta.

E allora li vede: miliardi di microscopici ultra-coronavirus che gli volano incontro, famelici e incazzati, con quello che guida l’invasione gridando: “All’attacco!!! Prendete quel figlio di puttana!!”

Un nanosecondo per arraffare le sue cose e mezzo nanosecondo per #rinchiudersi in casa. Dieci minuti per riprendersi dallo spavento.

 “La casa in Circonvalla però c’ha piu’ stile”

J-AX (Più Stile)

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