PrimaValle Epidemic 3

PrimaValle Epidemic 3: CE METTA ‘N PUNTO

Mascherine, mascherine, ancora e sempre. I tg ci assicurano che Arcuri ha fissato un prezzo di 50 centesimi a mascherina, e non sto parlando delle mascherine chirurgiche né tantomeno di quelle FFP, con valvola, senza valvola, con incantesimo incorporato o senza, perché per comprare quelle bisogna prima accendere un mutuo. Le mascherine da 50 centesimi sono quelle becerissime con gli elastichetti da mettere intorno alle orecchie e nella realtà ancora oggi le farmacie te le vendono a cifre che farebbero venire un ictus allo stesso Arcuri, e quel che è peggio, vendono mascherine “farlocche”. Non dico totalmente inutili, quello si sapeva già. Dico proprio inutilizzabili: come le tocchi si rompono. Mi sento di tranquillizzare il Papa che ha pubblicamente pregato per la salute dei farmacisti: tranquillo, Bergo’, i farmacisti se la cavano alla grande.

PrimaValle Epidemic 3: ragazza in mascherina, di Aoi Ogata
PrimaValle Epidemic 3: art by Aoi Ogata

Di dieci mascherine acquistate qualche giorno fa, tre si sono rotte mentre Ettore cercava di metterle e altre due si sono rotte a Emiliano dopo pochi minuti che le aveva indossate. Allora Ettore, stringendo in mano tutte le mascherine rotte, incazzato come il Pelide Achille dopo che gli avevano ammazzato Patroclo, è entrato in farmacia. Prima di uscire di casa ha detto: “Spero di beccare quel vecchiaccio maledetto!” Ora, il vecchiaccio maledetto è il proprietario della farmacia di zona, che oltre a non essere simpatico di suo, ha il grande difetto di essere anche lento e rincoglionito e, soprattutto, ha commesso il peccato imperdonabile di tossire sulle mascherine che ci stava vendendo. Bisogna dire che il vecchio, quando ha tossito, indossava una mascherina, anche se di quelle becere, ma ugualmente io ho provato un forte istinto omicida e sottolineo omicida, nei suoi confronti, istinto che solo grazie a un forte senso morale e a un’anima virtuosa sono riuscita a reprimere…

Mascherine in Anime

In farmacia c’era effettivamente il vecchio, e Ettore ha sbattuto le mascherine rotte sul bancone spiegandogli cos’era successo. Il vecchio le ha guardate, ha visto che gli elastici erano saltati via uno dopo l’altro e ha detto:

Beh, ce metta ‘n punto” con la faccia come il fondoschiena: dopo che ti paghiamo a prezzo ultra-maggiorato quelle schifezze che tu chiami mascherine mi devo mettere anche a fare la sartina?

Ma ce lo metta lei quel cazzo di punto! – gli ha urlato Ettore – io le ho comprate e pagate ben due euro e cinquanta l’una. Che ne dice se le faccio una segnalazione?”

A quel punto il vecchio ha quasi preso fuoco come i vampiri se gli spruzzi l’acqua santa e gli ha subito restituito altre cinque mascherine becere senza proferire verbo. La parola segnalazione, nonostante sia, in Italia, notoriamente priva di significato oltre che di conseguenze, l’ha straordinariamente spaventato. In questo periodo la gente ha reazioni veramente emotive…

DIDATTICA SMART E DUCHESSE

PrimaValle Epidemic 3: Didattica Smart e Duchesse
Didattica Smart in Germania

Un collega di Emiliano, giovanissimo come lui, insegna italiano in un istituto professionale statale, e sta svolgendo una lezione in “didattica smart” ad una delle sue classi. Mentre sta parlando, sente chiara e forte la voce della madre di una delle alunne che, rivolta alla figlia, grida:

“Aho, Laura, m’abbassi sta voce de mmerda?”

L’insegnante finge di non sentire, ma dentro di sé pensa: “Però, una vera duchessa.” Due giorni dopo, stessa classe, stesso IP. Mentre sta cercando di spiegare l’argomento sente di nuovo l’ormai familiare voce della duchessa, che nuovamente si rivolge alla figlia:

“A Laura!? Ma devo sentì ancora sto stronzo?”

PrimaValle Epidemic 3: RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE

Il giorno di Pasqua, in lockdown, nel sereno tepore del giardino, Emiliano, pur sapendo benissimo che la panchina è ormai completamente scassata, tanto che anche la gatta ci si tiene alla larga, decide ugualmente di sedercisi sopra, e come era facile prevedere, crolla al suolo, urlando nel silenzio:

“Diocaneee!”

Chissà perché, nel momento della caduta, gli è uscita fuori una bestemmia filologicamente toscana, tipo “Maremma maiala” e quella roba lì. Ho pensato ai vicini oltre la siepe e dal momento che sono irrimediabilmente “una senza dio” mi è venuto da ridere immaginando la signora Assunta, cattolica campana e praticante, moglie di un sempre più insano Zio Michele (vedi PrimaValle Epidemic1) magari scandalizzarsi per la bestemmia.

Ma non potevo sbagliare di più. Dopo poco abbiamo sentito Zio Michele, che parlava al telefono già da un po’ dicendo cose incomprensibili – a meno che qualcuno non fosse stato così solerte da mettergli i sottotitoli sotto, come a Gomorra – urlare in italiano:

“Mannaggia a Gesù Cristo e a tutti quei cristiaaani!”

Direi che la messa è finita. Andate in pace.

PrimaValle Epidemic 3: angolo del giardino di casa nostra a Primavalle, Roma
PrimaValle Epidemic 3: Il giardino di casa

EVVIVA LA FASE 2: TANAX LIBERA TUTTI

Il Tanax è il farmaco con cui i veterinari sopprimono gli animali. Dal momento che i veterinari sono la categoria che ha uno dei tassi più alti di suicidio in Italia (non è un caso: si diventa veterinario perché empatizzi con gli animali, così come si diventa medico perché empatizzi con i soldi), di solito i veterinari usano il Tanax per compiere l’insano gesto. Da qui la frase – rivelatami da un’amica veterinaria – “Tanax libera tutti”. Riportando il tutto all’unica questione del momento, cioè il Covid-19, la speranza è che il “Tana libera tutti” fortemente voluto da Confindustria, dalle opposizioni e gentilmente concesso dal governo, non si trasformi in un Tanax libera tutti. Il 25 aprile, e quindi ancora lontani dal famigerato 4 maggio, nel mio quartiere c’era già un via vai di famigliole che andavano, venivano, tutti insieme appassionatamente, abbracciati, senza mascherine, pieni di passeggini, ciucci, vecchi nonni e micro cagnolini al seguito, e potete credermi sulla parola quando vi assicuro che nemmeno uno, fra tutti questi umani, stava festeggiando la liberazione dal nazi-fascismo.

PrimaValle Epidemic 3: EVVIVA LA FASE 2: TANAX LIBERA TUTTI
PrimaValle Epidemic 3: Tanax libera tutti

Nel giardino condominiale, dove, a giudicare da quanto alte sono diventate erbe ed erbacce potrebbero nascondersi sanguisughe e mamba neri, stavano seduti impavidi, tutti senza mascherine né guanti, i miei vicini con figlie adolescenti e amiche di figlie al seguito, più il finto scemo aka gran paraculo che vive sotto al tetto. Tutti in cerchio, appiccicati: una via di mezzo fra un pic-nic e il gioco della bottiglia. Oggi a via di Torrevecchia non credo ci fossero negozi ancora chiusi, e una marea di gente svolazzava in tutte le direzioni, come un grosso sciame di api stordite.

Pensate fra pochi giorni, quando la gente potrà incontrare qualsiasi essere, umano o alieno, in nome di una non meglio identificabile “affinità”; ci saranno quelli che dicono: “Sto anna’ dallo spacciatore, più affinità de così…” o anche, in fila a Viale Lazio: “Con quella lì, quella col perizoma che luccica, ho ‘na perfetta affinità genitale”.  Ho appena sentito Conte in tv dire che “in questa fase 2 ci vorrà molto senso di responsabilità da parte di tutti” e avrei proprio voluto poter spiegare a quel brav’uomo dall’aspetto sempre impeccabile una semplice ma evidente verità: “Se la salute del nostro popolo dipende dall’italico senso di responsabilità, allora, beh, è molto semplice: siamo fottuti.”

“La casa in circonvalla però c’ha più stile”

J-Ax, Più stile

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